Coriandrum sativum

Dublin Core

Title

Coriandrum sativum

Creator

Uros Sakotic

Scheda botanica Item Type Metadata

Specie botanica

Coriandrum sativum

Nome comune

Coriandolo

Etimologia

Il nome ha le sue radici nella parola greca corys o korios (cimice) seguita dal suffisso -ander (somigliante), in riferimento alla supposta somiglianza dell'odore emanato dai frutti acerbi o sfregando le foglie

Ambiente

L'epoca di semina varia a seconda della zona di coltivazione: all'inizio della primavera nelle zone a clima temperato mentre in primavera inoltrata nelle zone a clima freddo.

Caratteri botanici

E' una pianta non più alta di 60-70 cm, con radice a fittone, fusto eretto e liscio di circa 50-60 cm, con foglie molto profumate e diverse a seconda della loro posizione nella pianta: quelle poste più in basso sono provviste di un lungo picciolo, quasi intere o suddivise in tre piccole foglioline dentate mentre quelle poste nella parte più alta della pianta sono bi o tripennatosette non dentellate.
I fiori compaiono all'inizio dell'estate, sono di colore rosato bianco e riuniti in infiorescenze ad ombrella.
Il frutto è di piccole dimensioni e ricorda una piccola sfera, di colore giallastro e ricco di scanalature che è la spezia che tutti noi conosciamo.

Usi

Originario dei paesi del Mar Mediterraneo, le foglie fresche e i semi essiccati sono utilizzati prevalentemente nella cucina indiana e latino americana. In Europa è oggi tornato in auge al seguito di quelle culture culinarie.

Entra nella preparazione di alcuni salumi, insaporisce carne, pesce e verdure, ma profuma anche birre, biscotti, confetti e il pampepato; i semi vengono utilizzati come spezia. Questi sono meno piccanti delle foglie, sono dolci con un lieve sapore di limone. Macinati, i semi di coriandolo costituiscono uno degli ingredienti del curry e del garam masala. Le foglie, in Oriente, sono utilizzate al posto del prezzemolo. A Tenerife si usa nel Mojo verde (salsa). Nell'Africa Meridionale vengono inseriti nel boerewors, una salsiccia spiraliforme abbondantemente speziata. In passato, in Italia, lo si trovava nella mortadella. Nella città di Monte San Biagio e in alcuni paesi sulla costa Ionica della Basilicata il seme di coriandolo viene usato per condire l'impasto della salsiccia.
Secondo alcuni recenti studi nell'essere umano esistono delle componenti genetiche in base alle quali il coriandolo può essere apprezzato oppure del tutto sgradevole.

Storia e leggende

Nelle civiltà mediterranee trovò impiego fin nell'antichità come pianta aromatica e medicinale; in alcune tombe egizie viene raffigurato come offerta rituale. Il suo utilizzo da parte dei Micenei è attestato nelle tavolette in lineare B, dove appare definito già come "ko-ri-a-ndo-no". I Romani lo usarono moltissimo e Apicio ne fa la base di un condimento chiamato appunto "Coriandratum". Secondo Plinio il Vecchio, mettendo alcuni semi di coriandolo sotto il cuscino al levar del sole si poteva far sparire il mal di testa e prevenire la febbre.
Dai semi rivestiti di zucchero prendono nome i coriandoli di Carnevale, in un secondo momento pallottoline di gesso, ora dischetti di carta multicolori.

Riferimenti

http://www.elicriso.it/it/piante_aromatiche/coriandolo/

Collection

Citation

Uros Sakotic, “Coriandrum sativum,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed April 29, 2024, http://www.cosmicnoise.it/o/items/show/606.